L'AUTUNNO NEVRILE

L'AUTUNNO NEVRILE
Il primo giorno di scuola è sempre difficile.

Non è un giorno solo, è un intero periodo in cui il corpo e la mente si adattano al clima, ai colori, alle foglie che cadono, a questa malinconia un po’ forzata della nebbia. Nella cartella abbiamo messo una timeline al posto di un righello, un lessico familiare che forse capiremo in cinque o sei, i libri e i compiti che ognuno di noi ha fatto.

Nessuno avrà rispettato il programma di studio, non faremo compiti in classe, solo gite, degustazioni, riflessioni in differita. Nessuno di noi indosserà il grembiule, tanto meno si metterà in cattedra. Sarà un’eterna ri-creazione.
Abbiamo solo una parola d’ordine che vi chiediamo d’imparare come la password d’entrata in un giardino segreto: NEVRILE.

Nell’Ottocento la nevrilità descriveva l’attitudine alla conduzione d’impulsi elettrici. Significa: scattante, vigoroso ed eccitabile.
Nevrile è una parola che ha trent’anni circa, nel vocabolario della lingua italiana è considerata desueta, a volte confusa con l’aggettivo NERVOSO. E invece no!

Nevrile è il cavallo scattante, che in un gesto fulmineo e imprevedibile mostra un vigore eccezionale e vince la gara. Nevrile è anche la cameriera che svetta tra i tavoli con movenze feline. Nevrile è anche un vino, un progetto, uno stile che mostra il nerbo/nervo con fermezza, lontano dall’agitazione. E si rivela in un istante, come uno momento di lucidità contagiosa.

Per questo parleremo di:
  • Bartolo Mascarello e il BAROLO 1999 e racconteremo di come la tradizione trafigge il futuro;
  • Fontalloro in verticale, traiettoria di un grande Sangiovese. Perché non c’è futuro senza memoria del passato…e il passato non resiste al presente senza la componente nevrile.  
  • Un viaggio alla scoperta di un grande vigneron del Languedoc-Roussillon: Domaine Gauby.
  • Biondi Santi, patriarca di Montalcino e del Sangiovese toscano, un racconto straordinario sui millesimi mitologici…eternamente passato e presente.
  • Tenimenti d’Alessandro, il Syrah ieri, oggi e domani; il ritratto a doppio sguardo del progetto di Filippo Calabresi.
Un libro che parla della storia dell’ubriachezza, sì perché dovremo giustificare le serate con il naso sul bicchiere e le grandi fanfare e boutade di filosofia...che dopo il termine nevrile, ahimè lo devo ammettere, ci trasforma tutti in wine wankers …sopra ogni cosa.